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Invece vorrei giocare

Invece vorrei giocare

Cairoli Laura

IO STO CON LA CHIESA

Insegnami a fare la Tua Volontà perchè sei il mio Dio
Fratello, lascia che ti insegni

Secondo un'antica tradizione sufica, i dervisci potevano raggiungere la più perfetta contemplazione ripetendo un certo mantra, o preghiera sacra. Il mantra in questione era: "Ya hu, ya hu".
Se ripetuto per un numero sufficiente di volte, non soltanto avrebbe portato alla più perfetta contemplazione, ma avrebbe persino permesso al derviscio di compiere miracoli e gesta straordinaria, come camminare sull'acqua.

Un giovane derviscio, che aveva come unico scopo quello di raggiungere le vette della contemplazione ma che era considerato da molti un sempliciotto, decise di lasciare il villaggio natio.
Vivendo tutto solo su un scoglio in mezzo a un lago, iniziò a ripetere con impegno il mantra giorno e notte. Essendo però così semplice e incolto, non diceva: "Ya hu, ya hu", bensì: "U ya hu, u ya hu", il che infastidiva notevolmente un derviscio molto più vecchio e saggio che viveva lì vicino, sulle rive del lago.
"Devo proprio andare ad aiutare questo giovane derviscio", pensò tra sè il saggio. Perciò attraversò il lago remando e parlò con il giovane derviscio seduto sullo scoglio:

"Mio caro giovane fratello, giorno e notte ti sento pronunciare in modo errato il nostro sacro mantra. Temo che non raggiungerai mai l'apice della contemplazione se non mi consenti d'insegnarti. Non dire: "U ya hu, u ya hu", ma piuttosto: "Ya hu, ya hu".
Il giovane derviscio ne fu felice, ringraziò profusamente il fratello e promise di seguire il consiglio.

Mentre remava verso la riva, soddisfatto di sè per la buona azione compiuta, il derviscio più vecchio rimase costernato udendo ancora una volta il mantra sbagliato risuonare dallo scoglio: "U ya hu, u ya hu".
Smise di remare, domandandosi che cos'altro avrebbe dovuto fare, ma soprattutto provando una grande irritazione per le persone ostinate che perseverano nell'errore.
Al colmo della frustrazione, alzò gli occhi e si trovò di fronte uno spettacolo quanto mai insolito: il giovane derviscio veniva verso di lui camminando sull'acqua. Una volta raggiunta la barca, s'inchinò umilmente e domandò:

"Scusami fratello e, ti prego, perdonami se sono così sciocco, ma potresti ripetermi la pronuncia esatta del sacro mantra? Sono proprio uno stupido e l'ho dimenticato di nuovo. Devo dire: "U ya hu, u ya hu" o "Hu ya hu, hu ya hu"?".

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