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Invece vorrei giocare

Invece vorrei giocare

Cairoli Laura

IO STO CON LA CHIESA

Cuore divino di Gesù, converti i peccatori, salva i moribondi, salva le anime del Purgatorio

E' Dio che ci fa capire il senso e la finalità del nostro lavoro

E' Dio che ci chiama al lavoro: è lui che ha fatto capire il senso, la finalità e le condizioni del nostro lavoro. Il Figlio di Dio, uguale al Padre, quando venne al mondo, volle, anche Lui, sottoporsi alla fatica del lavoro diventando per noi "falegname", ed inserendo in tale modo il lavoro quotidiano dell'uomo nell'opera sublime della redenzione.

Ai lavoratori di Civita Castellana,

Viterbo, 1 maggio 1988

 

Il Figlio di Dio, un lavoratore come noi

Con mani umane e con capacità umana, il figlio di Dio ha lavorato, come noi e con noi, uomini del bisogno e della quotidiana fatica!

Udienza generale, 20 aprile 1994

Il lavoro non deve essere

alienante e frustrante

Anch'io sono stato un lavoratore: per un breve periodo della mia vita, durante l'ultimo conflitto mondiale, anch'io ho fatto un'esperienza diretta del lavoro in fabbrica. Conosco, quindi, ciò che significa l'impegno della fatica quotidiana alle dipendenze di altri; ne conosco la pesantezza e la monotonoia; conosco i bisogni dei lavoratori e le loro giuste esigenze e legittime aspirazioni. E so quanto è necessario che il lavoro non sia mai alienante e frustrante, ma sempre corrispondente alla superiore dignità spirituale dell'uomo.

A un gruppo di lavoratori cristiani, Roma 9 dicembre 1978

Nel lavoro possiamo

imitare Cristo

e perfezionare noi stessi

Il lavoro costituisce una via verso la santità, perchè offre l'occasione di perfezionare se stessi. Il lavoro, infatti, sviluppa la personalità dell'uomo, esercitandone le qualità e capacità. Offre l'occasione di aiutare i concittadini. E' la dimensione sociale del lavoro, che è un servizio per il bene di tutti. Offre l'occasione di far progredire tutta la società e la creazione, una dimensione storico-escatologica, e si direbbe cosmica, in quanto la sua finalità è di contribuire a migliorare le condizioni materiali della vita e del mondo. Offre l'occasione di imitare Cristo con carità operosa.

Udienza generale, 20 aprile 1994

Il lavoro è più fecondo se il lavoratore

ha coscienza di lavorare per il bene degli altri

Nel nostro tempo diventa sempre più rilevante il ruolo del lavoro umano, come fattore produttivo delle ricchezze immateriali e materiali; diventa, inoltre, evidente come il lavoro di un uomo s'intrecci naturalmente con quello di altri uomini. Oggi più che mai lavorare è un lavorare con gli altri e un lavorare per gli altri: è un fare qualcosa per qualcuno. Il lavoro è tanto più fecondo e produttivo, quanto più l'uomo è capace di conoscere le potenzialità produttive della terra e di leggere in profondità i bisogni dell'altro uomo, per il quale il lavoro è fatto.

Centesimus Annus, 31

Lavorare

con amore e per amore

Vi invito alla santificazione del lavoro. Non sempre il lavoro è facile, piacevole, soddisfacente; talvolta può essere pesante, non valutato, non ben retribuito, perfino pericoloso. Bisogna allora ricordare che ogni lavoro è una collaborazione con Dio per perfezionare la natura da Lui creata, ed è un servizio ai fratelli. Bisogna, perciò, lavorare con amore e per amore! Allora si sarà sempre contenti e sereni e, pur se il lavoro stanca, si prende la croce insieme con Gesù Cristo e si sopporta la fatica con coraggio.

A un gruppo di lavoratori cristiani, Roma, 9 dicembre 1978

Non è lecito trattare una persona umana

come puro strumento di produzione

Data la sua rilevanza sociale, il lavoro ha bisogno di essere non soltanto promosso, ma anche protetto e difeso, così che i doveri dei lavoratori si bilancino giustamente con i loro diritti riconosciuti e rispettati. Non sarà mai lecito asservire la persona umana nè ad un individuo nè ad un sistema in modo da renderla puro strumento di produzione. Essa, invece, va sempre ritnuta superiore a ogni profitto e a ogni ideologia; mai viceversa.

Omelia a Velletri, roma, 7 settembre 1980

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