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Invece vorrei giocare

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Cairoli Laura

IO STO CON LA CHIESA

Madre mia, fiducia mia

Lo Spirito Santo - Il Paraclito

di John Henry Newman


Il Paraclito, vita di tutte le cose






1.  Ti adoro, mio Signore e Dio, Eterno Paraclito, eguale al Padre e al Figlio. Ti adoro come la Vita di ogni essere vivente. Da Te l’universo materiale ha consistenza, unità, e armonia nei movimenti delle sue parti. Per te la terra si è evoluta allo stadio presente, e in sei giorni l’hai resa abitabile per l’uomo. Per te, ogni albero, erba, frutto, cresce, ed è perfetto. Per te la primavera segue all’inverno e rinnova ogni cosa. Quel meraviglioso e bello, quell’irresistibile scoppio di vita nuova, nonostante gli ostacoli, quel terribile trionfo della natura, altro non è che la tua gloriosa Presenza. Da te le molte specie di animali traggono giorno per giorno vita. Tu sei la vita di tutta la creazione, o Eterno Paraclito, e se lo sei di questo mondo materiale, quanto più di quello degli spiriti! Per te, Signore Onnipotente, gli Angeli e i Santi cantano inni di lode in cielo. Per Te le nostre anime morte risorgono per servirti. Da Te è ogni buon pensiero e desiderio, ogni buon proposito, ogni buon sforzo, ogni buon successo. E’ per Te che i peccatori sono trasformati in santi. E’ per Te che la Chiesa è rinnovata e rafforzata, e i martiri conseguono le loro corone. Per Te nuovi ordini religiosi, nuove devozioni compaiono nella Chiesa; nuovi popoli accolgono la fede, nuove esposizioni e illustrazioni sono date del Credo Apostolico. Ti lodo e ti adoro, Signore Dio, Spirito Santo.

 

2. Ti adoro, o Signore, per quanto hai fatto per me. Riconosco e sento, non solo per fede ma per esperienza, che non ho un solo pensiero buono né faccio una sola buona azione senza di Te. Io lo so, che se mi sforzo di compiere qualsiasi cosa buona fallirò certamente. Ne ho amara esperienza. Mio Dio, io sono salvo solo quando tu soffi su di me. Se Tu ritiri il tuo respiro, subito i miei tre nemici mortali (1 Gv 2,16) corrono contro di me e mi sopraffanno. Io sono debole come acqua, completamente impotente senza di Te. Nel momento in cui Tu cessi di agire in me, io inizio a languire, a boccheggiare, a venire meno. Dei miei buoni propositi, aspirazioni, sforzi, pratiche, conquiste, Tu sei la sola causa e continua sorgente. Io non ho niente se non ciò che ho ricevuto, e ora in tua presenza lo dico fermamente, o Paraclito Sovrano, che io non ho nulla di cui gloriarmi.



Il Paraclito, vita della Chiesa






1. Ti adoro, mio Signore, Terza Persona della Tutta-Benedetta Trinità, perché hai stabilito in questo mondo di peccato una grande luce sopra un monte. Tu hai fondato la Chiesa, Tu l’hai stabilita e custodita. Tu la colmi continuamente con i tuoi doni, così che gli uomini possano vedere, avvicinarsi, prendere, e vivere. In tal modo Tu hai condotto il cielo sulla terra. Poiché Tu hai stabilito una grande compagnia che gli Angeli visitano per mezzo di quella scala che il Patriarca vide in sogno. Mediante la tua Presenza hai ristabilito la comunione tra Dio in cielo e l’uomo in basso. Tu hai dato all’uomo quella luce di grazia che è caparra e inizio della luce di gloria. Ti adoro e ti lodo per la tua infinita misericordia verso di noi, mio Signore e Dio.

 

2.  Ti adoro, onnipotente Signore, il Paraclito, perché nella tua infinita misericordia mi hai unito a questa Chiesa, l’opera della tua soprannaturale potenza. Io non avevo alcun diritto per un così meraviglioso favore sopra ogni altro nel mondo intero. C’erano molti uomini migliori di me per natura, dotati di più piacevoli doni e meno macchiati dal peccato. Tuttavia Tu, nel tuo inscrutabile amore per me, mi hai scelto e condotto nel tuo gregge. Tu hai una ragione per ogni cosa che fai. Io so che deve esserci stata una sapiente ragione, per avere scelto me e non un altro - ma so che quella ragione era indipendente da me. Io non ho fatto nulla per favorirla. Io ho fatto ogni cosa per contrastare il tuo proposito. E così devo tutto alla tua grazia. Io avrei meritato di vivere e morire nelle tenebre e nel peccato; di diventare di peggio in peggio lungo il corso della mia vita; io ti avrei odiato e abiurato, o Sorgente della mia beatitudine; di anno in anno sarei divenuto sempre più adatto per l’inferno, e vi sarei andato, senza il tuo incomprensibile amore per me. Ah! Quanto mi sono dibattuto per liberarmi di Te; ma Tu sei più forte di me e hai prevalso. Non ho nulla da dire, ma prostrarmi con timore e riconoscenza davanti alle profondità del tuo amore.

 

3.  Ora dammi questo ulteriore dono, Signore, di usare bene tutta questa grazia e volgerla a mia salvezza. Insegnami, fammi venire continuamente alla fonte della misericordia con uno spirito sveglio e ardente, con viva devozione. Dammi l’amore per i tuoi sacramenti e i tuoi riti. Insegnami a valutare come dovrei, e ad apprezzare come perla inestimabile, quel perdono che sempre di nuovo Tu mi concedi, e il grande e celeste dono della Presenza di Colui di cui Tu sei lo Spirito, sopra l’altare. Senza di Te non posso nulla e Tu sei lì dov’è la tua Chiesa e i tuoi Sacramenti. Dammi la grazia di rimanere in essi per sempre, fino a quando essi cesseranno nella gloria della tua manifestazione nel mondo che verrà.



Il Paraclito, vita dell'anima mia






1.  Mio Dio, ti adoro per averti fatto carico del peso dei peccatori; di quelli che non solo non possono giovarti, ma che continuamente Ti profanano. Tu hai assunto l’ufficio di un ministro, e ciò per quelli che non lo chiedono. Io Ti adoro per la tua incomprensibile condiscendenza nel porti a mio servizio. So e sento che Tu avresti potuto lasciarmi, come io desideravo, andare per la mia strada, andare diritto, nella mia volontà e autoconfidenza, all’inferno. Tu avresti potuto lasciarmi in quella inimicizia con Te che è la morte e non avrei avuto nessuno di cui incolpare all’infuori di me stesso. Ma Tu, o Eterno Paraclito, sei stato più gentile con me di quanto io lo sia stato con me stesso. Tu mi hai dato, Tu hai effuso su di me la tua grazia, e così io vivo.

 

2.  Io ti adoro, Eterno Paraclito, luce e vita della mia anima. Tu avresti potuto accontentarti di darmi buone suggestioni, ispirazioni e aiuti dall’esterno. Avresti potuto condurmi avanti, purificandomi con la tua potenza interiore, al mio passaggio da questo mondo all’altro. Ma nella tua infinita compassione sei entrato nella mia anima dall’inizio, e preso possesso di essa. Tu l’hai fatta tuo tempio. Tu inabiti in me per la tua grazia in un modo ineffabile, unendomi a Te e all’intera compagnia degli angeli e dei santi. Tu sei presente in me non solo per mezzo della tua grazia, ma per la tua stessa eterna sostanza, come se, senza che io perdessi la mia individualità, in un certo senso fossi assorbito in Dio. Ora - come se Tu avessi preso possesso del mio corpo, questo terreno, carnale, disgraziato, infelice tabernacolo - perfino il mio corpo è tuo tempio. O stupefacente, terribile verità. Io ci credo, io la conosco, o mio Dio.

 

3. O mio Dio, posso io peccare quando Tu sei così intimamente con me? Posso io dimenticare chi è con me, chi è in me? Posso io scacciare un Divino Abitante con ciò che Egli aborrisce più di ogni altra cosa, e che gli è completamente estraneo? Mio Dio, io ho una duplice certezza di non peccare; primo la mostruosità di una tale profanazione della tua Presenza in me; e poi perché confido che la tua Presenza mi preserverà dal peccato. Mio Dio, Tu andresti via da me se io peccassi, e io sarei lasciato solo con la mia miseria. Non sia mai! Io mi servirò di quanto mi hai dato, ti invocherò nella prova e nella tentazione. Vigilerò contro l’indolenza e la trascuratezza in cui continuamente cado. Con il tuo aiuto non ti abbandonerò mai.



Il Paraclito, fonte d'amore






1.  Mio Dio, io ti adoro, come la Terza Persona della Trinità, con il nome e designazione di Amore. Tu sei quell’Amore-vivente, nel quale il Padre e il Figlio si amano. E Tu sei l’autore dell’amore soprannaturale nei nostri cuori: fons vivus, ignis, charitas. Come fuoco scendesti dal cielo il giorno di Pentecoste; e come fuoco Tu bruci nel cuore la scoria del peccato e della vanità e accendi la pura fiamma della devozione e dell’affetto. Sei Tu che unisci il cielo e la terra mostrandoci la gloria e la bellezza della Natura Divina, e facendoci amare ciò che è in se stesso così avvincente e coinvolgente. Ti adoro increato ed eterno Fuoco, per il quale le nostre anime vivono e per il quale sono preparate per il cielo.

 

2.  Mio Dio, ti riconosco come il Datore di quel grande dono per il quale siamo salvati, l’amore soprannaturale. L’uomo è per natura cieco e di cuore duro a riguardo delle cose spirituali; come può raggiungere il Cielo? E’ per la fiamma della tua grazia, che lo consuma per rifarlo nuovo, e così renderlo capace di gioire e godere di ciò che senza di Te non avrebbe gusto per lui. Sei Tu, onnipotente Paraclito, che sei stato e sei la forza, il vigore e la pazienza dei martiri tra i tormenti. Tu sei il sostegno del  confessore nelle sue lunghe, tediose e umilianti fatiche. Tu sei il fuoco per il quale il predicatore vince le anime, senza pensare a sé, nel suo lavoro missionario. Per Te noi possiamo consacrarci al sacro ministero e compiere i nostri terribili impegni. Per il fuoco che Tu accendi in noi, noi preghiamo, meditiamo e facciamo penitenza. Come i nostri corpi non potrebbero vivere se il sole si fosse estinto, così le nostre anime se Tu sei lontano.

 

3.  O mio Signore e Santificatore, quantunque c’è in me di buono è Tuo. Senza di Te, con il passare degli anni, io non potrei andare che di peggio in peggio, e tendere ad oppormi a Dio. Se io sono diverso dal mondo è perché Tu mi hai scelto dal mondo e acceso l’amore di Dio nel mio cuore. Se sono diverso dai tuoi santi è perché io non chiedo abbastanza la tua grazia, e con sufficiente ardore, e perché io non miglioro con diligenza quanto Tu mi hai donato. Accresci in me questa grazia di amore, nonostante la mia indegnità. Essa è più preziosa di ogni altra cosa al mondo. Io la accetto al posto di quanto il mondo può darmi. Oh, dammela! Essa è la mia vita.